Il giallo è servitoRacconti

Due quaglie e una mezza carota (5/6)

Tempo di lettura: circa 3’00”. /// Un racconto della serie Il giallo è servito. ///

In mancanza di veri sviluppi, la cameriera resta la sospettata numero uno. Senza contare che alla vicenda finisce per immischiarsi anche la stampa, più precisamente Il Mattino della Domenica. Ma un’analisi delle tempistiche svela un buco temporale…


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Due quaglie e una mezza carota


Episodio 1Episodio 2Episodio 3Episodio 4 ‒ Episodio 5 ‒ Episodio 6


Il commissario è stato chiaro: per la polizia non c’è mai un colpevole, solo sospettati più sospetti di altri. Gli ho chiesto se rimanevo sospettata. Lui ha detto in cima alla lista. Non prometteva bene.

Poi il commissario mi ha mostrato una copia del Mattino della Domenica. Il titolo in prima pagina sbraitava raus chi avvelena i nostri! Mi ha spiegato che quelli che il giornale invitava ad andare raus sono gli stranieri, cameriere frontaliere come me comprese. I nostri sono i ticinesi. O gli imprenditori russi, a dipendenza.

Io ho chiesto perché mi dici questo? Lui ha detto a differenza della polizia, per certa stampa c’è sempre un colpevole. E in questo caso sei tu. Decisamente, non prometteva bene.

Secondo il commissario era essenziale chiarirsi le idee riguardo alle tempistiche, ovvero capire quando Dimitriy Chagaev era stato avvelenato, per poi capire come e da chi.

Che Chagaev avesse ingerito il veleno in hotel, era improbabile. Sarebbe crollato molto prima del piatto di quaglie brasate alla gelatina di ribes. Una possibilità è che fosse stato avvelenato durante il tragitto fra l’hotel e il ristorante. Ma la sola persona che Chagaev aveva visto durante il tragitto era il suo autista. E dopo averlo interrogato, il commissario dubitava fortemente che potesse essere coinvolto.

Sono partiti alle 18.02 dall’hotel, c’è la registrazione delle videocamere di sicurezza, ha detto. L’autista è rientrato alle 18.55 e ha avuto giusto il tempo di un’andata e ritorno. Secondo l’autista erano le 18.30, quando ha lasciato Chagaev davanti al ristorante.

Ho chiesto al commissario cosa avesse fatto Chagaev dopo il suo arrivo al ristorante. Il commissario ha detto questo lo sai tu, io non c’ero. Io ho detto non c’era nemmeno Chagaev. Nel ristorante è entrato solo alle 20.18.

Il commissario ha sgranato gli occhi. Da qualche parte doveva essere, fra le 18.30 e le 20.18. Ma dove, con chi e a fare cosa, a parte farsi avvelenare?

Ho fatto di nuovo mente locale. Alle 19.00, quando sarebbe dovuta iniziare la cena, Mirca Gambiasi ha telefonato a qualcuno. Ha chiesto a quella persona dove si fosse cacciata. Poi ha risposto ah ok, vi aspettiamo. E si è girata verso il sindaco per dirgli stanno arrivando insieme.

Dieci minuti dopo è arrivato Franco Strini, solo. Mirca Gambiasi ha chiesto dove fosse Dimitriy. Strini ha risposto sta arrivando. Il sindaco ha detto ma non era con te? Strini ha detto ha ricevuto una telefonata, mi ha detto tu vai ché io arrivo.

Secondo il commissario corrispondeva. Chagaev aveva ricevuto una telefonata alle 19.03. Ho detto commissario, mi è venuta in mente un’altra cosa. All’aperitivo della GVV non erano presenti tutti gli habitué. O meglio, non tutte.


Continua con il sesto e ultimo episodio.

Questo racconto è stato pubblicato, con un finale più corto, dal quotidiano LaRegione, fra il 26 e il 31 ottobre 2015, nell’ambito del concorso “Il racconto della settimana”, di cui è poi risultato vincitore; la pubblicazione sul blog è stata l’occasione di scrivere questo finale come l’avevo pensato in origine, senza restrizioni sul numero di parole e in modo che non fosse troppo brusco, difetto che a detta di molti aveva la versione precedentemente pubblicata.

L’intenzione è comunque sempre stata quella di farne una serie, di scrivere altri gialli a puntate con la stessa narratrice-protagonista. Cosa ne pensate? Dite la vostra nei commenti o su facebook!

3 pensieri su “Due quaglie e una mezza carota (5/6)

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