Tempo di lettura: circa 1’00”. /// Un punto di vista. ///
Domenica si è conclusa l’11esima edizione del festival internazionale di letteratura Chiassoletteraria, alla cui organizzazione collaboro dal 2010. A tutti quelli con cui ne ho parlato, è sembrata un’edizione davvero riuscitissima. Di seguito, molto sinteticamente, 7 cose che ho capito negli scorsi giorni.
Grazie all’edizione di Chiassoletteraria 2016 ho capito che:
- Non è scontato che il moderatore o la moderatrice di un incontro abbia letto i libri di cui sta parlando con chi li ha scritti. Ma quando questo accade ‒ e mi sembra che a Chiassoletteraria 2016 sia sempre stato il caso ‒ fa decisamente la differenza, perché sia le autrici e gli autori invitati sia il pubblico se ne rendono conto, e lo apprezzano.
- Avere delle traduttrici brave e professionali non solo rende gli incontri fruibili a tutti: li rende più belli.
- Il cliché del cioccolato svizzero può andare molto più lontano di quanto avessi mai creduto, ovvero fino a far credere che in Svizzera, in ogni singolo comune, ci sia almeno una cioccolateria artigianale nella quale rifornirsi a piacimento.
- Anche un festival può sentirsi in qualche modo incinto, non solo un futuro padre (sulla futura madre, credo non ci siano mai stati dubbi).
- La traduzione consecutiva, in un festival come Chiassoletteraria, è meglio della traduzione simultanea, perché ti obbliga ad ascoltare e a guardare lo scrittore o la scrittrice che hai davanti, a sentire il suono della sua lingua, a interpretare l’espressività del suo volto e delle sue mani, anche senza capire tutto quello che dice.
- Il mondo è proprio piccolo: adesso conosco una persona che conosce la suocera di George Clooney.
- La traduzione consecutiva è meglio di quella simultanea anche per un altro motivo: rende visibile il lavoro di traduzione, e te lo fa apprezzare.
Un pensiero su “7 cose che ho capito grazie a Chiassoletteraria 2016”
Personalmente, a Chiassoletteraria, ho avuto una conferma: non sempre chi sorride e sa scrivere con comicità è una persona spensierata. A volte sa nascondere la sua sofferenza o l’ha semplicemente accettata e sa vedere, quando è possibile, il lato buffo della vita. Davvero complimenti alle traduttrici che hanno dimostrato molta empatia.