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Di musica da una parte e dall’altra del Sahara, della storia di un pilota d’aerei militari e di una bambina, di un naufragio e della colonizzazione di Marte, di confini e di un antidoto all’eterno ritorno dell’uguale. Di questo e di altro ho parlato negli ultimi tempi a Radio Gwen, per dare concretezza al mio mantra: “Credo che le parole abbiano ancora qualcosa da dire.”
Le ultime dalla radio: un pilota, una bambina, un naufragio e la colonizzazione di Marte
Come avrete notato, sto provando a dare concretezza al mio mantra (“Credo che le parole abbiano ancora qualcosa da dire”) attraverso la radio. Con Tosti ‘sti testi parlo di musica, ma a partire dai testi delle canzoni. Mentre con Colibrì ho voluto provare a creare uno spazio di condivisione per chi come me ha la passione per la lettura, invitando vari lettori e lettrici a parlare di libri.
Ma non solo. In ottobre ho condotto qualche programma anche nel quadro della VII edizione del Gwenstival, festival di musica e radiofonia organizzato da Radio Gwendalyn, il cui fil rouge quest’anno era la ricerca di antidoti per i diversi veleni che sono in circolo nella nostra società.
Oltre ad aver parlato con Marko Miladinovic di un tema a me molto caro, ovvero le possibilità che offrirebbe quel siero chiamato Reddito di Base Universale e Incondizionato, nella giornata dedicata alla ricerca di un antidoto all’eterno ritorno dell’uguale ho chiacchierato in diretta anche con Tiziana Mona, prima anchor woman in Europa e persona sempre impegnata a organizzare incontri ed eventi culturali in tutto il Cantone, da Chiassoletteraria ad Airolo in transizione. Chi, meglio di lei, avrebbe potuto svelarci qualche segreto per combattere non solo la noia, ma anche quella sensazione che ogni tanto si ha di non poter cambiare la propria situazione?
Veleni e rimedi
Sempre al Gwenstival c’è stato poi spazio anche per uno scambio più o meno improvvisato di musica fra me e Alan Alpenfelt, uno dei fondatori di Radio Gwen. Nel Remedies di venerdì, un programma pensato apposta per il festival in cui si partiva alla ricerca di antidoti attraverso la musica, abbiamo giocato una sorta di partita a ping pong con i dischi al posto delle racchette, lanciandoci a vicenda brani musicali per andare il più possibile oltre i confini.
È però da un po’ di tempo che non vi aggiorno sulle ultime puntate di Tosti ‘sti testi e di Colibrì, i due programmi regolari a cui accennavo all’inizio. Ebbene, dall’ultima volta che ne ho scritto qui sul blog ci sono state ben tre puntatone assolutamente imperdibili.
Il 22 gennaio, nel programma dedicato alla passione per la lettura si è parlato di adattamenti e trasformazioni, in un certo senso uno dei rimedi ai muri e ai fossati che a volte si creano fra culture diverse. Con me in studio, oltre all’ormai regolare presenza della giovanissima rapace lettrice Amira Khali, c’era il regista ticinese Olmo Cerri. In collegamento telefononico abbiamo invece accolto l’autrice e traduttrice ‒ anche lei ticinese ‒ Anna Ruchat.
Via mare, via terra, via aria
Al centro della puntata c’era il documentario di Olmo, tratto dall’omonimo breve romanzo di Anna, Volo in ombra. Abbiamo parlato di come si è passati da uno all’altro, ma soprattutto di come le due incarnazioni della storia di André Ruchat, padre di Anna e pilota militare morto in un incidente di volo, siano perfettamente complementari e si completino a vicenda, in una sorta di struttura circolare in due parti.
Libro svizzero del mese presentato in quella puntata, un altro adattamento particolare, quello di In porta c’ero io di Pedro Lenz, tradotto dal dialetto bernese da Simona Sala per Gabriele Capelli Editore. Un libro che però, per restare in tema di adattamenti e trasformazioni, non solo è stato tradotto in italiano, ma è anche diventato un film per la regia dell’argoviese Sabine Boss, autrice anche della sceneggiatura.
Nell’ultima puntata in ordine di tempo di Colibrì, invece, oltre ad Amira ho invitato anche la giornalista Françoise Gehring. Insieme a loro si è parlato di storie d’immigrazione, da due diverse narrazioni del naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa alla colonizzazione di Marte immaginata da Ray Bradbury. Ma si è parlato anche di cosa vuol dire essere svizzeri, partendo da un altro libro svizzero del mese, Se Dio fosse svizzero di Hugo Loetscher.
Reggae e Sahara
A proposito di storie d’immigrazione, anche Tosti ‘sti testi, a modo suo, ne ha parlato. Nella puntata del 29 gennaio vi ho infatti fatto ascoltare un po’ di musica proveniente da una parte e dall’altra del Sahara, quello stesso deserto che molti migranti devono trovare il modo di attraversare prima di poter tentare la traversata del Mediterraneo. E per farlo ho scelto esclusivamente musica in lingue non europee, ovvero il tamasheq dei tuareg ‒ con il rock di Imarhan ‒ e il bambara delle maliane Rokia Traoré e Fatoumata Diawara.
La settimana di Carnevale Tosti ‘sti testi si prende invece una piccola pausa. Questo lunedì 12 febbraio andrà quindi in onda una replica, scelta a caso dal buon Pali. Se volete sapere quale, non vi resta che sintonizzarvi su Radio Gwen come al solito a partire dalle 21h.
Le trasmissioni in diretta ripartiranno quindi lunedì 19 febbraio con Colibrì. Il tema della puntata è ancora in via di definizione, ma come libro ticinese del mese avremo Le cose belle che vorrai ricordare di Mattia Bertoldi. Mentre per la puntata del 26 febbraio di Tosti ‘sti testi ospiterò in studio Jemani Jahka dell’altro programma di Radio Gwen The Garden, per un’ospitata all’insegna della musica reggae, ma sempre con un’attenzione particolare ai testi delle canzoni.