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L’Oltralpe qui da noi

Foto di Sandro Mahler per Cooperazione.

Chiunque abbia vissuto una parte della sua vita in una regione linguistica diversa da quella in cui è cresciuto sa di cosa parlo in questo mio ultimo articolo pubblicato su Cooperazione. Sono infatti andato a cercare qualche esempio di romandi e svizzeri tedeschi che vivono in Ticino.

Mantenere un rapporto con la propria lingua madre e la propria cultura di riferimento, pur facendo in qualche modo proprie la lingua e la cultura del posto in cui si vive, non è sempre facile né tanto meno scontato. Ogni storia è diversa, certo. Ma chi si è trovato a studiare e/o lavorare in Romandia o in Svizzera interna, probabilmente si riconoscerà in alcune delle riflessioni fatte dai quattro protagonisti del mio articolo.

L’idea però non era solo quella di fargli raccontare la loro esperienza, bensì anche quella di far conoscere qualche possibilità di praticare e incontrare le altre due principali lingue nazionali in Ticino, per chi come me, dopo un periodo oltralpe, è tornato all’ovile.

Per il francese, segnalo quindi Aux Arts Etc., della cui antenna ticinese si occupa Véronique Arlettaz. Per il tedesco, vi invito a scoprire gli incontri organizzati da Peter Jankovsky per Agorà Ascona, ma anche quei club che permettono agli svizzeri tedeschi che vivono in Ticino ‒ in particolare ai pensionati ‒ di ritrovarsi fra loro, per una partita a jass o una tranquilla passeggiata alla scoperta del nostro territorio (l’esempio che ho portato è quello della Deutschschweizer-Verein Minusio, alla cui presidenza c’è Eleni Stäheli). Per finire, per i più piccoli, segnalo con piacere le letture (in francese o in tedesco) proposte dalla biblioteca interculturale per la prima infanzia Ricciogiramondo, alle quali partecipa anche Letizia Gianora, che ho incontrato farmi raccontare la sua esperienza fra francese e italiano.

Leggi l’articolo su cooperazione.ch!

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