Tempo di lettura: circa 3′ 00”. /// Una segnalazione. ///
Bandcamp è un luogo dove sostenere artisti e piccole etichette discografiche, comprando la musica che producono. E questo venerdì 3 febbraio, c’è un motivo in più per comprare la loro musica!
Conoscete Bandcamp? Conoscetelo!
Non so quante persone conoscano Bancamp. Sicuramente non abbastanza, soprattutto al di fuori dei crate digger digitali ‒ gli spulciatori di cassette, come vengono chiamati in inglese quegli strani animali bipedi e senzienti che una volta infilavano la testa dentro alle cassette piene di vinili, alla ricerca della perla rara e sconosciuta a i più, e che adesso fanno la stessa cosa fra i meandri sonori dell’Internet.
Ma per farla breve, Bandcamp è forse il miglior modo che c’è di scoprire nuova musica e di sostenere al contempo gli artisti e le etichette che la producono, comprandola. A prima vista, è vero, non è niente di più di un negozio di musica online come un altro, dove si possono comprare album in versione digitale, su CD o su vinile, oltre a edizioni limitate e altre chiccherie. La differenza sta nel modo in cui rendono possibile l’acquisto di musica su internet.
Alla base del loro modo di fare sta la convinzione che il loro successo deve essere intimamente legato al successo dei musicisti e delle etichette di cui poi loro vendono la musica. Per questo, si sono dotati di una Music Fair Trade Policy, la quale stabilisce sostanzialmente che «la musica è una parte imprescindibile della cultura, e affinché una cultura possa prosperare, gli artisti devono essere equamente ricompensati in modo trasparente per il loro lavoro», facendo sì che la maggior parte di ciò che viene versato da chi compra musica su Bandcamp vada direttamente nelle tasche di chi l’ha creata.
Insomma, su Bandcamp, nella maggior parte dei casi, potete ascoltare liberamente la musica che viene venduta. Potete farvi un’idea di un album, di un gruppo di cui non avete mai sentito parlare. E questo, senza limiti di sorta. Perché la musica deve girare, deve essere ascoltata. Ma ci viene anche cortesemente ricordato che quella musica è costata lavoro. E se ci piace, è giusto ricompensare chi l’ha creata.
Musica e difesa dei diritti civili
Se ne scrivo proprio ora è però per una ragione ben specifica. In risposta agli ordini esecutivi di Donald Trump degli scorsi giorni, Bandcamp ha annunciato che il 100% dei loro benefici di questo venerdì 3 febbraio andrà a sostegno dell’American Civil Liberties Union, «la quale sta instancabilmente lavorando per combattere queste azioni discriminatorie e anticostituzionali.»
In sostanza, tutta la musica che verrà acquistata su Bandcamp questo venerdì 3 febbraio a partire dalle 9.00 (dalla mezzanotte, seguendo il fuso orario della California), contribuirà non solo a 1) allietare le vostre giornate e 2) a ricompensare gli artisti e le etichette che l’hanno prodotta, ma anche a 3) sostenere l’attività di un’organizzazione che si batte per il rispetto dei diritti civili negli Stati Uniti. Un ottimo modo per catturare tre colombe con un ramoscello d’ulivo, per poi liberare quella colomba in segno di pacifica convivenza fra i popoli del mondo, facendo conoscere quella musica anche ad altri.
A questo punto, se vi state chiedendo perché dalla Svizzera ‒ o dall’Italia ‒ dovremmo sostenere un’organizzazione attiva esclusivamente negli Stati Uniti, be’, posso darvi un paio di più che valide ragioni. La prima è che ‒ ce ne stiamo tutti rendendo conto ‒ in un mondo globalizzato, quello che viene deciso in un Paese influente come gli Stati Uniti ha ripercussioni su tutti noi, su persone che conosciamo, su gente che vive nel nostro stesso Cantone o comune. La seconda è che Bandcamp, pur essendo un’azienda statunitense, promuove gli stessi valori e porta avanti lo stesso tipo di discorso in tutto il mondo. Prova ne è che su Bandcamp si trovano gli album di artisti proveniente da ogni angolo del mondo.
In fondo al comunicato ufficiale che presenta questa azione, firmato direttamente dal fondatore e CEO di Bandcamp Ethan Diamond, trovate una selezione di musica proveniente dai 7 paesi bersaglio del decreto firmato da Donald Trump, e dal Messico. Se posso segnalarvene uno in particolare, vi invito a partire per la Somalia, con il Sahra Halgan Trio.