Il giallo è servitoRacconti

Due quaglie e una mezza carota (1/6)

Tempo di lettura: circa 3’00”. /// Un racconto della serie Il giallo è servito. ///

Dimitriy Chagaev è l’invitato speciale a una cena organizzata dalla squadra di basket locale. Il magnate russo arriva però in ritardo e in uno stato poco decoroso. E poco dopo che la cameriera gli ha servito il suo piatto di quaglie brasate alla gelatina di ribes…


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Due quaglie e una mezza carota


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Non utilizzerei il verbo “assaporare”, per definire ciò che Chagaev ha fatto di quel bicchiere di champagne.

È arrivato sudato e barcollante, con le guance e il naso arrossati, e si è pesantemente appoggiato al bancone. Mi ha chiesto un bicchiere di champagne. Io gliel’ho servito. Se l’è rovesciato in gola dall’alto, così, tutto d’un colpo. Respirava a fatica.

In sala era già da un po’ di tempo che lo attendevano, ognuno con un diverso grado d’impazienza. La cena sarebbe dovuta iniziare alle 19.00. Alle 20.10, Chagaev non era ancora arrivato. Due sue rappresentanti erano però presenti da diverso tempo, intente a ridere e scherzare con il solito gruppetto di tifosi della GVV, quasi al completo, che ogni giovedì sera si trova qui al ristorante per un aperitivo a base di birra e di spritz. Alle 20.18, Dimitriy Chagaev ha finalmente varcato la porta del ristorante e mi ha chiesto lo champagne. La GVV lo ha accolto con un’ovazione.

Una volta che tutti avevano preso posto ai tavoli, ho cominciato a servire il carpaccio di cinghiale. Poi è stata la volta del risottino alle noci e alle pere decana d’inverno. Il merlot della cantina di Franco Strini, che ci è stato chiesto di servire per accompagnare le quaglie brasate alla gelatina di ribes, è stato molto apprezzato. E quando è stato il turno di Chagaev, ho semplicemente aggiunto lo sciroppo di ipecac alla gelatina.

Non ho nemmeno avuto il tempo di andare e tornare dalla cucina. Chagaev si è alzato da tavola e si è messo a indicare un ragno immaginario nel suo piatto. Sembrava un cane da punta ben addestrato, ma con le allucinazioni. Poi d’un tratto, del tutto involontariamente, si è riseduto. La sua schiena è rimbalzata contro lo schienale della sedia e le braccia gli sono penzolate lungo i fianchi. Quanto alla sua testa, è crollata fra due quaglie e una mezza carota, prima che il resto del corpo la trascinasse mollemente a terra insieme al piatto.

Non appena è arrivata l’ambulanza, il sindaco ha offerto una pomata all’infermiere. L’infermiere ha detto no grazie. Il sindaco ha insistito è a base di erbe. L’infermiere ha detto qualsiasi cosa sia non serve più a molto. Franco Strini ha precisato è mia figlia che la prepara. Mirca Gambiasi ha confermato a me aiuta molto, quella pomata. L’infermiere ha detto è morto. Gli altri tre hanno detto ah. Io ho chiesto ma è morto come? L’infermiere ha risposto bisognerà verificare, ma chiamate la polizia. Poi è arrivato il commissario e si è messo a fare un sacco di domande in giro, mentre tutti osservavamo Dimitriy Chagaev uscire dal ristorante in orizzontale.

La sera ho letto un romanzo di Pennac. Mi ha aiutato a rilassarmi un po’. Sono stata arrestata due giorni più tardi.


Continua con il secondo episodio.

Questo racconto è stato pubblicato, con un finale più corto, dal quotidiano LaRegione, fra il 26 e il 31 ottobre 2015, nell’ambito del concorso “Il racconto della settimana”, di cui è poi risultato vincitore; la pubblicazione sul blog è stata l’occasione di scrivere questo finale come l’avevo pensato in origine, senza restrizioni sul numero di parole e in modo che non fosse troppo brusco, difetto che a detta di molti aveva la versione precedentemente pubblicata.

L’intenzione è comunque sempre stata quella di farne una serie, di scrivere altri gialli a puntate con la stessa narratrice-protagonista. Cosa ne pensate? Dite la vostra nei commenti o su facebook!

6 pensieri su “Due quaglie e una mezza carota (1/6)

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