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La paura è una pagina bianca

Questo è il mondo, canta Davide Toffolo dei Tre allegri ragazzi morti. Un mondo che spesso ci fa paura. Ma la paura di cui parlo non è imparentata col terrore. Si tratta di una paura più cugina dell’ignoto e dell’incertezza che non dello spavento. Una paura chenon si presenta davanti a casa con indosso una maschera presa da qualche film dell’orrore, bensì con in mano una pagina bianca ancora tutta da scrivere.

La paura di cui parlo è il cliffhanger alla fine di un capitolo di un libro bellissimo, uno di quelli che ti invogliano pagina dopo pagina a continuare la lettura per sapere come va a finire, un cliffhanger perfetto, il quale però girando la pagina, rivela non il seguito della storia, bensì solo un’inutile pagina bianca. E per sapere come andrà avanti la storia, per sapere come andrà a finire si è costretti ad aspettare che quella pagina bianca si scriva e si riempia di parole.

La paura, in fondo, è semplicemente questo: il non avere idea di come andranno a finire le cose e non poter fare nulla per saperlo.

Eppure, secondo alcuni, quando si hanno a disposizione due scelte ‒ una via facile, che ci sentiamo perfettamente in grado di percorrere e di cui riusciamo a immaginare il percorso con ragionevole certezza; e un’altra difficile, che abbiamo paura di affrontare e che non sappiamo cosa ci potrà riservare ‒ dovremmo sempre scegliere la seconda, quella difficile che ci fa paura. Perché è lì che impareremo qualcosa di nuovo.

D’altra parte, per tutte queste situazioni, il segreto sta forse qui: con il senno di poi, nella maggior parte dei casi, si tratta di situazioni di certo non piacevoli da vivere, ma belle da aver vissuto; belle da avere negli specchietti retrovisori; ‘belle’ una volta che le abbiamo superate.

Forse tutte tranne una: la morte. O forse tutte compresa la morte. Perlomeno, per chi fra di noi crede che ci sia una vita anche nell’Aldilà.

Ascolta il podcast di questa puntata su radiogwen.ch!

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