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Magagne a primavera

Tempo di lettura: circa 3’30”. /// La segnalazione di un work in progress. ///

Un mio nuovo racconto sarà pubblicato dal collettivo Arbok in primavera. Si intitola Magagne a venire e parla delle assurdità del mercato del lavoro attuale e futuro. Volete sapere di cosa si tratta?


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Magagne a primavera


Se non avete ancora sentito parlare di Arbok, è presto spiegato di cosa si tratta: una busta gialla, con il racconto di un autore locale, esordiente o conosciuto, consegnato direttamente nella vostra bucalettere una volta al mese. Per soli 60.- l’anno.

Ora, se scrivo questo breve articolo è per due motivi. Il primo è che, nel corso della prossima primavera, il collettivo Arbok pubblicherà un mio racconto inedito. Si tratta di Magagne a venire e parla, in modo ironico ma pungente, del mercato del lavoro e delle sue assurdità attuali e future.

Il secondo motivo è invece che quel bel progetto che è Arbok ha bisogno di aiuto.


Persino ora i miei 300 lettori…

A luglio è iniziata la terza stagione di pubblicazioni. E la volontà è senz’altro quella di continuare a inviare un racconto al mese ai suoi abbonati. Ma qui sta il punto.

Fino a questo momento il collettivo Arbok e la ANAedizioni di Locarno, all’origine del progetto, hanno ricevuto davvero poche sovvenzioni pubbliche. E non facendo affidamento a sponsor privati, Arbok si è finanziato e si finanzia quasi esclusivamente grazie ai suoi abbonati, i quali hanno raggiunto la non certo scarsa cifra di 300 ‒ già meglio dei famosi venticinque di Manzoni, per dire. Ma per uscire in pari ne servono almeno altri 100.

E se la cifra magica di 400 abbonati non viene raggiunta entro i prossimi mesi,, alla fine della stagione in corso Arbok chiude. O perlomeno, ha minacciato pubblicamente di chiudere. Ce la facciamo a trovare altri 100 abbonati?


7 buoni motivi (o anche solo 1)

In giugno vi avevo scritto 7 buoni motivi per sostenere Radio Gwen. Oso pensare che quell’articolo abbia, almeno in minima parte, contribuito a raggiungere e superare l’obiettivo di finanziamento di 30’000.-, che ha permesso alla webradio culturale di Chiasso non solo di sopravvivere, ma di proporre un nuovo palinsesto in crescita per la nuova stagione.

Per Arbok, l’avrete capito, di motivo ve ne dò uno solo. Un motivo da pallone gonfiato. Un motivo da egocentrico borioso. Un motivo cafone, tronfio e spocchioso. La possibilità esclusiva di leggere il mio nuovo racconto intitolato Magange a venire.

Vi ho convinti?


Un assaggio

Abbonarsi è facile. Nel tempo che io ci metto a riabbassare la cresta, voi potete scrivere una breve email con i vostri dati a Franco Lafranca di ANAedizioni (impressione.anaedizioni@gmail.com) oppure a Giorgio Genetelli, iniziatore e coordinatore del progetto (giorgiogene@bluewin.ch). Come detto, sono 60.- l’anno per 12 racconti, che arrivano direttamente a casa vostra in una busta gialla.

Se ancora non siete convinti della bontà del progetto, online trovate un approfondimento di Matteo Ferrari, pubblicato da Viceversa Letteratura, con un’intervista a Giorgio Genetelli. Mentre se non siete il tipo di persona che acquista qualcosa a scatola chiusa, qui sotto vi appiccico un assaggio del mio nuovo racconto.


L’ufficio era al terzo piano di uno stabilimento industriale piuttosto anonimo.

[…]

Tirai la maniglia di metallo. La porta a vetri si aprì. Salii quindi al terzo piano, come mi era stato detto di fare.

«Lei è il signor…?», mi chiese un ometto con i capelli neri e l’aria indaffarata, dopo che gli avevo annunciato di avere un appuntamento per un posto di lavoro. Dicevo sempre così, “per un posto di lavoro”, non “per un colloquio”. La psicologa del lavoro dell’URC diceva che aiuta a convincersi che sia davvero così.

«Bernasconi», risposi.

«Ah.»

«Si aspettava qualcun altro?»

«In realtà, con i tempi che corrono, non mi aspettavo di incontrare anima viva, oggi. Ma la prego, si accomodi.» E mi fece cenno di seguirlo.

Aprì la porta di un ufficio in cui non c’era nessuno. Mi indicò una poltrona rivestita in pelle. Mi sistemai. Appoggiai la mia borsa per terra e aspettai una manciata di secondi, dopodiché l’ometto tornò nell’ufficio e si sedette dall’altra parte della scrivania.

«Mi dica», fece lui, guardandomi fisso negli occhi.

Esitai un attimo, resistendo a fatica alla voglia di distogliere lo sguardo. Poi gli spiegai dell’annuncio, del dossier di candidatura che avevo inviato. Mi abbassai per tirare fuori una copia del curriculum vitae e della lettera di motivazione, nonché la copia del giornale su cui avevo trovato l’annuncio: Cerchiamo da subito GESTORE DI MAGAGNE A VENIRE.

2 pensieri su “Magagne a primavera

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