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Tre braccia e una moto

Foto di Alain Intraina per Cooperazione

A volte grazie al proprio lavoro s’incontrano persone straordinarie. Se poi quel lavoro è nel campo del giornalismo, non di rado si trovano sulla propria strada anche delle storie straordinarie. Nel numero di questa settimana di Cooperazione ho la fortuna di potervene raccontare una, quella di Matteo Conconi, che ha tre braccia ma ne vorrebbe un quarto e che sogna di tornare un giorno in sella a una moto.

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«Stavo in alto, dentro la navicella del carro-gru. Non è stato nemmeno necessario toccare il filo». La scarica è partita quando la sua mano era a 15 cm di distanza dalla linea aerea. Ogni 1’000 Volt, spiega Matteo, la corrente va un centimetro più lontano. «Uno che conosce il proprio lavoro sa che non è uno scherzo prendere una scarica di 15.000 Volt».

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