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Luci che guidano, luci che gridano

Tempo di lettura: circa 1’00”. /// Un mini-monologo di Colibrì. ///

Non saprei dire se quelli che stiamo vivendo siano tempi bui. Ciò che è certo è che le luci più luminose sono quelle dei roghi e delle esplosioni, non certo luci che ci indicano la strada, come potrebbe fare una torcia oppure una stella.



Luci che guidano, luci che gridano


Non saprei dire se quelli che stiamo vivendo siano tempi bui, o comunque più bui rispetto ad altri che l’umanità ha vissuto nel recente passato. Mi pare però che questa che stiamo vivendo è un’epoca in cui le luci più luminose sono quelle dei roghi, delle esplosioni, degli spari che escono dalle bocche delle pistole.

Le luci che più facilmente notiamo in giro non sono luci che guidano o che mostrano la strada, come potrebbero essere quelle di una torcia o di una stella. Le luci che vediamo sono luci che gridano vendetta e mostrano rabbia e frustrazione, o anche ‒ e più semplicemente ‒ la voglia di far piazza pulita di tutto.

La luce come fuoco, dunque. E a pensarci bene, l’amore a volte viene descritto come un fuoco che arde. Anche l’odio, però, è un fuoco che arde. E allora è importante rendersi conto che ciò che cambia, fra l’odio e l’amore, non è il fuoco in sé, bensì dove questo fuoco arde: dentro di noi, oppure addosso agli altri, scagliato come se fosse una bomba Molotov.

Del resto, anche la differenza fra un incontro e uno scontro non sta nella direzione in cui si muovono le gambe. Perché l’unica vera differenza fra un incontro e uno scontro sta in ciò che si muove nella testa, in ciò che fa muovere le nostre gambe verso l’altro.

Ascolta il podcast di questa puntata su radiogwen.ch!

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