Non una recensione

For your ears, folks! (1/4)

Tempo di lettura: circa 2’00”. /// Non una recensione #5 (prima parte). ///

Una versione un po’ più soft, di meno parole, della mia rubrica Non una recensione. Questo mese si parla di musica acustica e si parte dalla Scozia, con la fantastica K T Tunstall.



For your ears, folks!


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Il Non una recensione di questo mese sarà un po’ più soft, rispetto a quelli degli scorsi mesi. Un po’ perché arriva l’estate, nonostante la pioggia; e vi consiglio caldamente di passarla fuori a correre, a leggere libri su un prato o su una spiaggia, ad amoreggiare o a conoscere persone nuove, a conquistare nuove vette ‒ reali o metaforiche ‒ piuttosto che davanti allo schermo di un computer o di uno smartphone. Un po’ perché speravo tanto di vedermi accordata una cospicua borsa di scrittura; ma non è stato il caso e devo quindi rivedere i miei piani, dedicando un po’ meno tempo al blog, per poter riorganizzare le mie attività.

Ma non vi preoccupate, ho già in serbo alcune chicche per altri approfonditi articoli in quattro parti, su temi quali il nostro rapporto con l’alimentazione, la crudeltà delle persone, i legami fra sport e letteratura e tanto altro.

Detto questo, nei momenti di difficoltà come nei momenti più belli, la musica mi ha sempre aiutato e spronato a fare sempre meglio, a non abbattermi e a puntare ogni volta un po’ più in alto. Mi ha aiutato ascoltarla, mi ha aiutato scriverla, mi ha aiutato viverla, su o giù da un palco, nei salotti delle persone e nelle case di colonia. Quindi ecco, se posso insinuare un po’ di nuova musica nel vostro iPod, perché non farlo?


La Scozia per cominciare

Questo mese sarò davvero di poche parole, cosa che mi è generalmente difficile, quando si tratta di parole scritte. Sono così: parlo poco. Ma faccio davvero fatica a contenermi, quando ho una tastiera a portata di mano o una penna fra le dita; e qualcosa di importante da dire.

Tornando alla musica, mi piacciono tanti generi musicali diversi, in alcuni casi agli antipodi gli uni degli altri. Ne ho anche frequentati parecchi, a volte in prima persona a volte come semplice ascoltatore. Senza dimenticare che la mia passione per la scrittura la devo ‒ in grandissima parte ‒ all’hip hop e al rap, alle parole che si fanno melodia senza bisogno di note musicali. Ma negli ultimi anni mi sono soprattutto appassionato alla musica acustica: all’idea che si possa creare qualcosa di bello con l’ausilio dell’elettricità, ma senza una stratta necessità di utilizzarla; di poter creare la magia di una canzone solo con la propria voce e uno strumento non elettrificato.

Ecco quindi che questo mese vi proporrò quattro declinazioni di questo modo di intendere l’espressione “musica acustica”. Sarà musica che mi piace, tendente al folk e alla figata pazzesca.

Questo mese, insinuo dentro di voi le note della scozzese K T Tunstall. E mantengo la promessa di essere di poche parole. Lascio parlare la sua musica, senza aggiungere altro.


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