Punti di vista

E se un bel mattino ti venisse assegnato il sesso opposto al tuo?

Tempo di lettura: circa 4’30”. /// Un punto di vista. ///

Oggi vi parlo di un esperimento sociale. In parte si svolge in un mondo virtuale, quello del videogioco Rust. Ma gli effetti più interessanti da prendere in considerazione sono quelli che questo esperimento ha sul mondo reale, sulle persone che a quel gioco partecipano. E, indirettamente, su tutti noi.


Rust


E se un bel mattino ti venisse assegnato il sesso opposto al tuo?


Le storie interattive sono un soggetto che mi appassiona molto. Ci ho scritto una tesi di Bachelor e continuo a interessarmi al tema, nell’ottica di scrivere un libro a proposito di questa nuova forma di espressione artistica.

Uno degli aspetti più interessanti dell’interactive storytelling, a mio avviso, è il fatto che ci permette di riflettere su di noi e sulla società in cui viviamo, esattamente come fanno i romanzi o il cinema, ma in modo diverso rispetto alle discipline artistiche classiche, alle volte con effetti decisamente più sconvolgenti. È in parte di questo di cui vi voglio parlare. Di un videogioco che non è solo un gioco, ma un esperimento sociale, su cui credo sia importante riflettere. In particolare per una decisione che hanno preso di recente gli sviluppatori del gioco.

Come reagiresti se un bel mattino, svegliandoti, ti accorgessi che qualcuno ti avesse assegnato il sesso opposto al tuo?


Un esperimento sociale

RustLogo-BlockDi Rust, il videogioco di cui vi voglio parlare, non ho un’esperienza diretta. Ma non credo sia così importante per discutere di quello che è successo.

In due parole, in questo videogioco si tratta di sopravvivere in un mondo ostile. Inizialmente si hanno a disposizione solo un’accetta e una torcia. Bisogna trovare cibo, acqua, difendersi dagli animali e dagli altri giocatori, costruirsi utensili e un riparo. Ci si può arrangiare da soli o ci si può mettere insieme ad altri giocatori, costruire un villaggio e darsi una mano a vicenda. Si può uccidere, essere uccisi, tradire, essere traditi; o provare vivere in armonia, difendendosi come comunità dagli attacchi esterni.

Di per sé, come dicevo più sopra, si tratta di qualcosa a metà strada fra un videogioco e un esperimento sociale. Più in particolare, in quanto esperimento sociale, si tratta di qualcosa di ancora più interessante per il fatto che il gioco, ancora in fase di sviluppo, ha già avuto molto successo. Più di 3 milioni di accessi sono stati venduti, il che vuol dire che gli sviluppatori possono decidere come migliorare o modificare il gioco in base alle loro osservazioni di centinaia di migliaia di persone che ci giocano ogni settimana e che fanno, di volta in volta, le loro scelte strategiche per sopravvivere.

E qui arriviamo alla modifica che, più di tutte le altre, ha fatto reagire i giocatori di tutto il mondo.


Come alla nascita

Essendo un gioco in fase di sviluppo, in Rust non si sono potuti inserire tutti gli elementi sin dall’inizio. Fino a poco tempo fa, dunque, gli avatar, ovvero i personaggi controllati dai giocatori, avevano tutti, indistintamente le sembianze di un uomo bianco. Sin dall’inizio era però previsto di differenziare, prima o poi, i vari avatar presenti nel mondo virtuale, anche perché riconoscere i differenti giocatori è un elemento importante del gioco. Sostanzialmente, se ti sei fidato di un certo giocatore, il quale poi ti ha tradito e ucciso, quando ricominci il gioco da capo devi poter riconoscere quel giocatore, per sapere come comportarti con lui.

NARRATIVA GRATISVuoi leggere storie e racconti scritti da me?
NARRATIVA GRATIS
Vuoi leggere storie e racconti scritti da me?

Raggiunto un certo grado di sviluppo, quindi, i creatori del gioco hanno deciso finalmente di inserire questa maggiore varietà a livello di personaggi presenti nel mondo virtuale di Rust. Ma, a differenza della maggior parte dei videogiochi, in cui ogni giocatore può creare il proprio avatar, indicando tutta una serie di caratteristiche, anche estetiche, in Rust si è deciso di assegnare casualmente un avatar predefinito e diverso per ogni giocatore registrato.

Così, una bella mattina, metà dei giocatori si sono risvegliati ‒ nel mondo virtuale ‒ scoprendosi uomini, mentre l’altra metà di giocatori si è scoperta donna, indipendentemente dal sesso del giocatore. Allo stesso modo, parte dei giocatori sono rimasti di etnia bianca, altri si sono risvegliati con i lineamenti di altre etnie. Oltretutto, il sesso o l’etnicità associate a un dato giocatore non possono più cambiare, nemmeno se nel gioco si muore e si rinasce. Nemmeno se lo si chiede educatamente per-favore-ti-prego-dai.

In sostanza, quando ci si iscrive al gioco, come nella vita reale, come alla nascita, il caso ci assegna un sesso e quello resta1.


Combattere gli stereotipi di genere

Del sessismo presente attorno ai videogiochi ‒ più che nei videogiochi ‒ ho brevemente parlato alla fine di un precedente articolo. E in questa vicenda il sessismo gioca sicuramente un ruolo, a giudicare dalla reazione di alcuni giocatori uomini che si sono trovati parecchio a disagio nel giocare nei panni di una donna. Senza troppe sorprese, invece, le giocatrici che hanno dovuto continuare a giocare nei panni di un uomo hanno grosso modo reagito scrollando le spalle e dicendosi: «Ehi, raga, ci siamo abituate.»

In effetti, considerando che in generale, anche nella letteratura e nel cinema, esiste un grosso problema di rappresentanza del genere femminile, trovo che questa scelta da parte degli sviluppatori sia una scelta non solo sensata, per tutta una serie di motivi, ma anche importante per combattere gli stereotipi di genere e il sessismo, non solo ‒ o non tanto ‒ nel mondo virtuale di Rust, bensì nella nostra quotidianità reale.

E voi, cosa ne pensate? Come reagireste a vedervi assegnato un avatar di un genere diverso dal vostro?  Condividete la scelta degli sviluppatori?


Per chi vuole approfondire ulteriormente, Gary Newman, uno degli sviluppatori del gioco, ha raccontato la vicenda al Guardian Online.

Ho chiuso i commenti a questo articolo perché la parola “sesso” nel titolo attirava quantità ingestibili di spam.

  1. Trattandosi di un argomento attinente i gender studies, non si è chiaramente mancato di far notare che al mondo esistono anche i transessuali e che il cambiamento di sesso, nella vita reale, è possibile. Ma tutto questo discorso, seppur importante, esula un po’ da ciò di cui volevo parlare in questo articolo.